La sala fu invase da una penombra quasi mistica.
Un silenzio vago ed enigmatico calò sui presenti, quasi se con quel ciondolo Velvot stesse ipnotizzando tutti loro.
Gwen e Rovolin compresi.
“Qui si narrerà della Gioia che non da felicità, né piacere” disse il mago “ma solo solitudine e sofferenza.” Continuando a girare il ciondolo. “Potremmo cercare nei libri, leggere i versi di chi racconta il terribile incanto... oppure interrogare la Luna della brughiera, custode dei suoi primordiali segreti... o anche tentare di risolvere la cupa angoscia dei tanti ritratti di questo palazzo, che forse racchiudono l'orrore che da secoli flagella la nobile stirpe dei Taddei...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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