Enzio decise di aspettare, preparandosi a difendere il regno in caso Johnata avesse deciso di attaccarci. Aspettammo invano tutta la notte, con un senso di ansia e incertezza addosso, fino a quando spuntò l'alba. Ero stanca, stanca di aspettare, stanca di temere, stanca di combattere e persino di governare. Volevo che fosse tutto come una volta, quando il re Scignone era vivo e mia madre una donna in salute.
"Anmara, ammiraglio... sono esausta, mi ritiro in camera a riposare. Se ci sono novità, avvisatemi..."
Salii dunque nella mia stanza, crollando sfinita sul letto. Volevo dormire, ma i minuti passavano e i miei occhi restavano aperti. Ero troppo tesa e i miei sensi restavano all'erta, impedendo il giusto riposo.
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato."
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