Non fu difficile scalare quell'albero, e li trovai una figura appollaiata.
Non lo distinguevo molto bene, ma un raggio di luce illuminò i suoi occhi.
Azzurri.
Azzurri come ricordavo.
Azzurri come quelli del mio signore.
"Beh, i Miralesi sono famosi per andare sempre di fretta, non lo sai?" Risi piano "E io non amo perdere tempo...".
Mi sistemai come meglio potevo su un ramo poco lontano dal suo.
"Ma davvero da queste parti le donne sono così disperate e libertine?" Divertita "Mi avevano detto che c'erano pochi giovani nella brughiera, ma non immaginavo a questo punto..." Ridendo appena.
Clio fa la brava...
"Ad ogni modo tranquillo, non sono qui nè per giudicarti e tantomeno per saltarti addosso..." Scuotendo la testa, divertita.
Restai per un momento in silenzio a guardare le stelle.
Effettivamente da lì si vedevano bene.
Non si era accorto della mia divisa, nè delle mie armi, celate com'era no dall'oscurità.
Però magari a un tipo del genere sarebbe caduto l'occhio sulle mie gambe che la corta gonna dell'uniforme lasciava libere, ornate però da leggeri e agili pugnali da lancio legati elegantemente ad entrambe le cosce.
"Allora, dimmi..." Alzando lo sguardo su di lui "Ti piace vivere nella brughiera?".
Dovevo riuscire a capire se sapeva di essere il nipote del duca o se in qualche modo avesse dimenticato quegli anni passati a corte da bambino.
E sarebbe stato un guaio, perché come diavolo me lo sarei portato a corte?
Come avrebbe imparato a governare?
Aveva il sangue di Anione, ma questo bastava?
Sospirai.
Lo avrei portato a Gervan nel caso.
O mi sarei inventata qualcosa.
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