Il calesse si era lasciato alle spalle la campagna fertile, segnata dalle regolari ripartizioni che i contadini da secoli imprimevano a quella terra, ereditando quel naturale sapere dall'antica centuriazione romana.
Ora si apriva la selvaggia e ancestrale brughiera davanti a Dacey ed a Pepino, segnata dai raggi del Sole che a stento filtravano tra le spesse e grige nuvole, mutando il millenario corso del Lagno in un nastro d'argento che scorreva su quella verdeggiante terra, disegnata dal vento ed animata dall'intrico di forme e fattezze della boscaglia incolta.
Più il calesse avanzava, più lo scenario diventava cupo e primordiale, tra immense spianate di un verde oliva, cosparse di piante fitte ed alberi frondosi.
Di tanto in tanto quel selvaggio panorama mostrava qui e la qualche vecchia casa, perlopiù abbandonata.
Dacey parlava e gesticolava con la sua vivacità e Pepino la ascoltava sorridendo.
“Magari la tigre verrà...” disse l'ometto “... dopotutto il cavaliere la utilizzerà come se fosse un cane immagino... dunque ottima per fare la guardia... e nulla meglio di quel grosso felino potrebbe spaventare ogni sorta di malintenzionato.” Ridendo. “Beh... vedremo al nostro arrivo come il cavaliere se la caverà con i lavoretti di riparazione... anche se in realtà la vecchia Marchesa delle Rose richiede un bel po' di lavoro per essere rimessa a nuovo.” Annuì.
Poco dopo avvistarono la nobile ed antica dimora.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
|