Discussione: Ardea de'Taddei
Visualizza messaggio singolo
Vecchio 05-04-2016, 17.03.54   #363
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,904
Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
"E questo, mia regina Crimilde, sarà per vostro amore."

(I Nibelunghi)



L'urlo di battaglia di Ardea.
Poi il ruggito del drago, colmo di rabbia bestiale ed odio primordiale verso gli uomini.
Ma un attimo dopo quel terribile ruggito si mutò in un sordo latrato.
Il calore allora aumentò, in un istante, in quel luogo, rendendo l'aria quasi incandescente.
Poi un grave boato che fece sussultare le pareti di pietra che racchiudevano quell'Averno di fuoco e morte, seguito dallo scroscio violento delle dense e calde acque dello stagno sottostante.
E silenzio.
Un lungo, innaturale, angosciante, insopportabile silenzio che avvolse quel posto.
Un silenzio che circondò Cramelide.
E fu quello l'istante in cui la ragazza avvertì maggiormente la paura.
Il suo istinto fu di aprire gli occhi.
Era infatti in una coltre di oscurità e sentiva le palpebre bruciare per il calore e le lacrime.
Si sentiva, ora in quel sinistro oblio, come ancora più impotente ed indifesa.
Voleva aprire gli occhi e capire, scoprire, vedere l'esito di quella grandiosa e terribile battaglia.
Ma non lo fece.
Nonostante tutto non aprì gli occhi.
Il suo udito allora si affinò, divenendo capace di cercare, di svelare ogni minimo soffio di vita.
Se vita ancora vi fosse in quel luogo infernale.
E fu in quel momento che cominciò ad avvertire qualcosa.
Dei confusi suoni.
Quasi infinitesimali, impercettibili.
Erano i pianti rotti ed i lamenti dei fanciulli che stavano sotto di lei.
E di nuovo sentì forte l'istinto, l'impulso di aprire gli occhi.
Ma neanche adesso lo fece.
Poi qualcosa.
Un rumore confuso.
Un rumore che in breve fu più riconoscibile per lei.
Un rumore di passi.
Come se qualcuno dal basso fosse risalito sullo spuntone di roccia per raggiungerla.
“Ardea...” disse lei in un sospiro.
Era più che una domanda, un'invocazione, una speranza.
Avvertì allora il calore di un corpo avvicinarsi.
Qualcuno era davanti a lei.
Un attimo dopo la ragazza sentì due labbra calde e rassicuranti congiungersi alle sue.
Un bacio.
Un bacio capace di risvegliarla dal torpore della morte.
Un bacio che riaccendeva la speranza e la stessa vita.
“Cramelide...” sussurrò Ardea, lasciando appena la bocca di lei “... ora puoi aprire gli occhi, Amore mio...” accarezzandole il viso e togliendo la fuliggine dai suoi bellissimi lineamenti.
Lei allora lentamente aprì gli occhi.
Impiegò qualche istante a riabituarsi all'intensa luce di quel luogo, frutto di fuoco e fiamme.
E così, pian piano, il volto di Ardea che le sorrideva cominciò a prendere forma davanti a lei.
La ragazza vide allora prima i suoi occhi azzurri, scintillanti e luminosi, poi i bruni capelli lunghi ed infine i suoi tratti dolci e quel sorriso rassicurante.
E forse fu proprio quel sorriso ora, così caldo, appagante, forte e bellissimo a scacciare, come quell'appassionato bacio prima, dal suo cuore ogni paura.
Il cavaliere impugnò di nuovo Parusia e in un attimo spezzò le pesanti ed arrugginite catene che tenevano bloccata Cramelide a quell'oscuro altare di pietra forgiato nel fuoco e nell'odio, per il più terribile ed inumano dei sacrifici.
Le catene caddero così a terra e la ragazza fu libera.
Tentò di alzarsi, ma la paura e la disperazione le avevano sottratto ogni forza, facendola così quasi cadere.
E fu lesto Ardea, che la prese fra le braccia.
“E' finito, Cramelide...” fissandola nei suoi meravigliosi occhi chiari lui “... è tutto finito... per sempre...”
Lei allora si abbandonò in un pianto liberatorio sul petto del Taddeide.
E poi lo baciò di nuovo.
Lo baciò intensamente e a lungo.
Lui e lui solo aveva sfidato tutto e tutti per lei.
Lui e lui solo, pur quasi senza conoscerla, era sceso in quell'Inferno per cercarla e liberarla.
E lei lo ricompensò col suo Amore.
“Ti amo...” piano lei, staccando appena le sue labbra da quelle di lui “... ti ho sempre amato... sin dal primo momento...”
“Amore mio...” baciandola ancora lui.
E tenendola fra le braccia, il cavaliere prese a scendere da quello spuntone roccioso per riportare, come Orfeo, la sua Euridice nel mondo dei vivi.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
Guisgard non è connesso   Rispondi citando