Gwen si coricò e poco dopo le luci del palazzo calarono, lasciando il passo alle ombre notturne che furono così libere di avvolgere ogni cosa con il loro silenzio.
La campagna era una distesa verde, fatta di betulle, eriche, gerani che screziavano i campi mentre robuste querce, frondosi pini e alti faggi rinvigorivano quello scenario di bucolico candore.
Gwen era sul suo cavallo, percorrendo veloce uno stretto sentiero che tagliava in due la campagna, giungendo dove sorgeva la boscaglia incolta.
Era una mattinata di Sole, ma ad un tratto apparvero delle nuvole ed in breve il cielo divenne grigio.
Si fece improvvisamente buio e la ragazza galoppò ancor più velocemente per evitare che un temporale la cogliesse alla sprovvista.
Udì allora il rintocco di una campana e comprese che un villaggio non doveva essere distante.
Seguendo i rintocchi arrivò però davanti aduna chiesetta, dove si stava svolgendo un funerale.
Donne che si lamentavano e uomini dai volti chini e mesti seguivano un carro cigolate con sopra una bara.
“Il duca è morto...” disse una voce “... non uscite dunque nella brughiera stanotte... è ancora là la bestia...”
Gwen si svegliò di colpo da quell'inquietante sogno.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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