Il popolo esultò trionfante, rompendo le barriere ed invadendo il campo fino alla lizza.
Molti soldati furono travolti, altri fuggirono.
I mercenari di Clio esultarono, mentre Guisgard abbracciò la bionda Montanara.
Solo si voltò invece verso Altea e la baciò.
“Perdonate...” disse sorridendo alla dama “... ma sono felice di questo lieto fine!” Stringendola a sé.
Adespos invece cercò tra la folla Gaynor, trovandola e baciandola.
“E' tutto finito, amore mio!” Abbracciandola.
Intanto la gente aveva invaso pure il palco d'onore, arrivando dov'erano Dacey e Jean.
Il cortigiano cercò di mettersi in salvo, ma fu riconosciuto e alcuni del popolo lo spinsero giù, facendolo cadere al suolo.
L'impatto fu mortale e restò senza vita sul terreno.
Ferico invece era fuggito all'interno del castello.
Giunse in una sala semibuia, sedendosi sul suo seggio.
Si guardava intorno impaurito, mentre si udiva la voce della folla che lo cercava.
Ad un tratto apparve una figura.
“Chi è là?” Gridò il barone.
“Sono io, milord...” avanzando Betta.
“Cosa vuoi?” Fissandola Ferico.
“Vi stanno cercando...” fece la ragazza “... vi vogliono uccidere...”
“Perchè?” Piangendo Ferico. “Come possono volere la morte del loro amato signore? Chi mai potrà movimentare le loro indegne vite?” Farneticando il tiranno.
“Milord, non c'è tempo...” Betta.
“Cosa...” impaurito il barone “... cosa bisogna fare?”
“Milord, avete governato come un mostro...” prendendo un pugnale Betta “... ora morite da barone... per mano vostra...” dandogli il pugnale.
“Ma...” agitato Ferico “... come sarà Monsperon senza il suo signore? Che senso avrà la vita di tutti voi?”
“Presto, milord!” Gridò Betta. “Arrivano!”
“Betta...” puntandosi il pugnale all'altezza del cuore Ferico “... Betta...” implorando aiuto.
Betta allora appoggiò le mani sul pugnale e spinse, aiutando il barone a morire.
La lama spaccò in due il cuore del tiranno, che cadde senza vita ai piedi del suo seggio, mentre la corona baronale rotolò sul pavimento della sala.