Ed infine lo disse, le parole che tanto temevo.
Si alzò, lasciandomi avvolta nel suo mantello.
Quel distacco fu terribile, ma cercai di restare impassibile, anche se ormai era tardi.
Ormai le lacrime scorrevano senza che potessi farci niente.
Infine lui se ne accorse, e mi guardò con stupore.
Possibile che non capisse?
"Io..." mormorai piano "Non hai risposto.." dissi piano, con voce tremante "Ti ho chiesto che ne farai di me e non hai risposto..." respirando piano "Deduco che la cosa non ti interessi.." abbassando ancora lo sguardo "Non ti vedrò più?" con uno sguardo triste e spaventato insieme, per poi abbassarlo nuovamente.
Annuii, tra le lacrime.
"No tu.. tu.." respirai "Hai ragione io.. è giusto così.. me lo merito.. non mi devi niente..." esitai, sorridendo appena, tra le lacrime "Infondo ho avuto più di quanto avrei mai potuto desiderare dalla vita.." sfiorandogli dolcemente il viso.
La fitta al cuore era tornata, ed era più forte di prima.
Cercai di non badarci.
"Sei disarmato.." dissi poi "Aspetta..".
Mi alzai, presi il vestito rosso, nel corsetto era nascosto un pugnale intarsiato, con il lupo e la vipera, simboli del casato dei Lorendal, simboli di Miral.
Glielo porsi, con la mano che tremava appena.
"Prendilo, ti prego.." mormorai "L'ho sempre conservato per te, ho sempre sognato che un giorno avresti chiesto i miei colori, e io ti avrei dato un pegno che nessun'altra potrebbe mai darti.." stringendo il pugnale per l'ultima volta, per poi posarlo delicatamente nella sua mano.
"So che hai già una madrina ma... tienilo, ti prego.. e abbine cura.." alzando lo sguardo su di lui, tra le lacrime "Così magari, ogni tanto, ti ricorderai di me.." sussurrai, con voce tremante.
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