Sentivo il cuore battere sempre più forte.
Avevo paura, una paura folle che mi avrebbe cacciato via, che mi avrebbe respinto, che avrebbe riso di me.
Le mie labbra sfioravano le sue titubanti, incerte.
Nemmeno sapevo come si dava un bacio.
Ma poi lui non lo fece, mi baciò e mi sembrò che tutto il mondo si fosse fermato.
Allora mi lasciai andare, completamente, affondando le dita nei suoi capelli scuri, mentre l'altra mano scendeva sulla sua schiena.
Le sue mani sulle mie cosce, diventate sempre più ardenti.
Lo volevo, quanto non avevo mai desiderato altro.
Lo amavo, e ormai avevo capito che nulla avrebbe potuto cambiare questo.
Anche se fosse stato quell'unico momento, non mi importava.
Quel momento era tutto il mio mondo.
Non esisteva passato, né futuro, solo il presente.
Un presente meraviglioso.
Sentivo lacrime silenziose rigarmi le guance, ma non ci badai, avevo paura a dirgli tutta la verità, paura che si fermasse, che rompesse quell'incanto.
Non mi importava se avrebbe pensato male di me, avrebbe scoperto necessariamente che non mi ero comportata così con nessun altro.
Avrebbe scoperto di essere il primo, anche se non di essere l'unico.
In quel momento non mi importava, nulla importava.
Poi prese a spogliarmi, e io feci altrettanto, facendo attenzione alle sue ferite, sfiorando dolcemente le bende, baciandolo piano, quasi come una carezza su quella pelle sofferente.
Lasciai che le mie mani scoprissero tutto il suo corpo, liberandolo dai vestiti, come lui faceva col mio.
E mi sembrava di non aver mai visto nulla di più bello.
Ero felice, felice come non credevo sarei mai stata.
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