Altri squilli di tromba e i cavalieri tornarono alle porte del recinto.
Scesero allora nella lizza gli sfidanti, dove ciascuno scelse il proprio rivale toccandone lo scudo con la lancia.
In quel momento arrivò anche Fagan, nella sua superba corazza dai riflessi rossi su fondo cromato.
E rossa era anche la lunga e preziosa tunica che copriva la sua bardatura.
Il suo pennacchio vivace ondeggiava e sul suo scudo era impresso un martello, retaggio della sua passione per i mitici nordici di Odino e di suo figlio Thor.
Ed il boato della gente salutò l'ingresso del Maresciallo.
“Che io” disse Ferico eccitato “sia dannato se quel demonio di Fagan non farà a brandelli tutti gli altri!” Guardando poi Jean, sempre accanto a Dacey. “Scommettete, messere?”
“Ahimè, milord...” fece il cortigiano “... non potrei competere con voi in fatto di armi, cavalieri e destrieri. Mi fido dunque del vostro giudizio e concordo con voi.”
Ferico rise soddisfatto.
Un ennesimo squillo di trombe e la giostra finalmente cominciò.
Rapidi iniziarono gli scontri.
Possenti e rapide galoppate, poderosi impatti, scudi in brandelli e lance spezzate.
E poi cavalieri disarcionati, alcuni feriti, altri finiti persino sotto gli zoccoli dei loro stessi cavalli.
La gente che esultava ed il terreno che tremava ad ogni scontro.
Dopo il primo giro di giostra tre furono i migliori campioni.
Naturalmente Fagan, il giovane ser Alvaro che pure aveva mostrato abilità e coraggio ed infine un misterioso cavaliere.
Lo stesso che avevano visto Adespos e Gaynor.
Non aveva simboli particolari, ma solo quell'umile Croce sullo scudo.
E si era presentato come il Cavaliere Burbero.
Aveva combattuto mostrando forza e abilità, tuttavia senza apparire particolarmente interessato ai valori della giostra e alle simpatie del pubblico.