Il padrone condusse Gwen nella torre diroccata.
Le murature erano ormai consumate e spoglie, ma la possanza di quell'antica struttura era ancora riconoscibile.
Il vento attraversava le crepe lungo i muri, restando imprigionato tra quelle vecchie pietre, generando quasi un suono melodico e rendendo quel luogo come intriso di una primordiale magia.
Si potevano riconoscere le rovinate stanze e forse immaginare la vita trascorsa tra quelle mura dai passati proprietari.
Forse erano nobili, forse guerrieri.
Forse degli amanti si erano rinchiusi in quel luogo, o forse quella torre altro non era che un'antica prigione.
Insomma tutto poteva divenire secondo la fantasia.
“Dimmi cosa pensi...” disse lui all'improvviso fissando la ragazza “... la verità... senza paura...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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