Se Kostor non parla molto, dev'essere una conversazione insolitamente seria.
Che conto aperto avevo con Guisgard?
Non mi aveva fatto niente di male, dopotutto.
Oh, quanto sarebbe stato più facile se fosse stato così. Ma non era vero.
Mi aveva distrutto, sì, ma senza nemmeno saperlo.
Forse nemmeno sapeva il mio nome.
E io faticavo a respirare per colpa sua, ogni battito del mio cuore era doloroso per colpa sua.
L'assurdità di quella situazione mi si mostrava, lampante, e forse se non fosse toccato a me, se non fosse stato il mio cuore fatto brutalmente a brandelli la troverei inconcepibile.
Come si poteva arrivare a tanto per Amore? Un Amore silenzioso, puro, un Amore che non potrà mai venire espresso, che non avrà mai compimento, che non avrà mai pace.
Ma un Amore non meno prezioso di quello a doppio senso.
Un Amore unico, solo, ma non per questo meno vero, non per questo meno prezioso.
Un Amore che, in ogni caso, avevo rinchiuso dietro spesse grate di ferro.
Non gli avrei mai permesso di farmi male da laggiù.
"Personale, direi..." sospirai.
Non mi piaceva mentire ai miei uomini, e Kostor era l'ultima persona che mi avrebbe giudicato.
"Lui non ha fatto niente in realtà...." iniziai "Sono io che... la sua presenza mi distrae, mi destabilizza... è un fantasma del mio passato.. voglio stanarlo e sperare che con lui muoiano anche i ricordi che porta con sé..." sospirai.
"Lo amavo.." ammisi infine, pianissimo "Tanto tempo fa.." puntualizzai.
Kostor e gli altri mi avevano visto nel periodo peggiore, quando ormai tutto mi appariva distante e inutile, quando il mio sorriso era spento, così come il mio sguardo. Sapevano pochissimo, ma alcuni sospettavano la verità o qualcosa del genere.
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