Le due figure incontrate da Clio e da Estea ben si intonavano all'ambiente boschivo ed all'atmosfera bucolica di quei luoghi.
Il cane abbaiava forte, tanto da spaventare i cavalli delle due mercenarie.
Dei due, quello che sembrava in tutto e per tutto uno scudiero aveva un insolito oggetto che completava il suo semplice abbiglio.
Si trattava di un anello di ottone, simile al collare di un cane, ma senza apertura.
Era infatti saldato in modo da apparire un unico corpo, abbastanza largo per non impedire la respirazione, ma sufficientemente stretto per non essere rimosso.
E sull'ottone era incisa, forse come segno di appartenenza, una Croce.
“Oh, non temete...” disse lo scudiero, mentre il contadino teneva a fatica il cane col guinzaglio “... Astro rispetta con giudizio quel detto che afferma come a pensar male si fa peccato ma si indovina.”
“Buono, Astro!” Esclamò il contadino.
“Tenete ben stretto questo cane!” Estea ai due.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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