Ercole era davvero felice di galoppare libero, potevo quasi sentirlo.
Dopotutto quel cavallo non era fatto per restare a riposo, e il suo manto nero si confondeva quasi con il colore plumbeo del cielo in contrasto con la lussureggiante vegetazione che ci circondava.
E anche quell'aria umida, quell'atmosfera surreale mi donò per un momento una grande pace.
Respirai a pieni polmoni l'aria del bosco intorno a noi.
Dopo un po' intravedemmo due figure che si incamminavano.
Lanciai un'occhiata d'intesa ad Estea, e gliele indicai con lo sguardo.
Eravamo in incognito, dunque non dovevamo temere che ci vedessero, eravamo solo due fanciulle uscite per una passeggiata.
Così, come se nulla fosse, ci avvicinammo.
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