La vicinanza del Capo era inebriante. Sotto il mantello le sue braccia cingevano le mie spalle, eravamo stretti l'uno all'altra infondendoci calore a vicenda, e non solo.
"Non avete bisogno di alcuna scusa per rivedermi..." gli risposi con un tono di voce così basso che temetti non mi avesse sentito.
Tirò poi fuori dalla sua sacca una bottiglia di vino e me la porse spiegandomi che si trattava di tutto ciò che si era salvato dell'incendio che gli aveva distrutto la casa e la cantina. Presi la bottiglia e bevvi qualche sorso, trovando quel vino assolutamente perfetto. "Questo non è vino, milord... è nettare degli dei..." gli dissi "Mentre beviamo raccontatemi di voi, della vostra casa... cosa vi è successo? E ditemi, qual'è il vostro nome... desidererei tanto pronunciarlo..." terminai, stringendomi di più a lui.
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato."
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