Discussione: La Freccia Gigliata
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Vecchio 20-01-2016, 01.45.56   #434
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
A quel cenno del barone, i servi diedero il permesso agli attori di cominciare il loro spettacolo.
Erano buffe e caratteristiche figure umane che nei loro eccessi tradivano in tutto e per tutto l'appartenenza al mondo teatrale.
Erano di aspetto rude e grottesco ed indossavano abiti semplicissimi.
Si trattava di tuniche attillate con maniche, ricavate da qualche pelle conciata che in origine probabilmente aveva conservato il pelo, ma ormai era consumata a tal punto che sarebbe stato impossibile comprendere a quale animale fosse appartenutea.
Ai piedi calzavano bassi stivali stretti fino alle ginocchia, ricavati da strisce di cuoio avvolte dalla caviglia in su.
I teatranti recavano con loro dei grossi bauli, i quali, una volta aperti, mostrarono il loro curioso contenuto.
Si trattava di stupende marionette alte ciascuna quasi quanto un montone adulto, fatte di pregiato legno, con ricche tuniche ricamate e lamine di ferro battuto a ricoprire le pari lignee.
Le bellissime marionette raffiguravano personaggi tratti palesemente ispirati all'epica cavalleresca.
“Per gli arazzi degli Uffizi...” disse incuriosito Ferico “... che sono mai quelli? Burattini?”
“Sono Pupi, milord.” Rispose Jean, che era seduto alla sinistra del barone, diviso da lui dal posto in cui sedeva Dacey. “Si tratta di marionette molto caratteristiche. Essi servono per inscenare racconti dell'epica cavalleresca.”
“Davvero arguti questi commedianti!” Ridendo Ferico. “Siamo certi che vi piaceranno, milady.” Posando la sua mano su quella ambrata di Dacey.
“Milord!” Esordì il capocomico. “Nobili signori! Oggi metteremo in scena per voi le epiche imprese del leggendario passato di Sygma! Di come i Cattolici Capomazdesi invasero queste colline!”
“Dunque conoscete i migliori campioni di quella gente?” Chiese uno dei commensali.
“Certo!” Annuì il capocomico.
“Allora” divertito il barone “elencateli a questa virtuosa e nobile corte. Mostrateci quali di questi burattini richiamano gli antichi guerrieri.”
“Il primo fra essi fu Ardeliano il Grande” il capocomico mostrando il Pupo più bello “che conquistò Sygma e la rese Capomazdese. Poi abbiamo Taddeo detto Cuor di Dragone” prendendo un altro superbo Pupo “che sogna ancora di riprendersi queste terre.”
E tutti risero.
“E quell'altro burattino?” Indicando un altro dei commensali un meraviglioso Pupo appoggiato su uno dei bauli. “Chi cavaliere raffigura? Sembra un Lancillotto tanto è bello.”
“Oh, questo...” il capocomico afferrando il Pupo “... questo in effetti rappresenta un cavaliere, di cui però con licenza vostra ho dimenticato il nome...”
“Signor buffone...” intervenne il Maresciallo Fagan con tono sprezzante “... questa presunta dimenticanza, dopo gli elogi di quei cavalieri, è troppo goffa per servire al vostro scopo. Vi dirò io stesso di quel cavaliere davanti al quale caddi per errore della Sorte e per uno sbaglio del mio destriero durante la Giostra per la Festa del Vino. Per fama ed abilità era il più forte dei Capomazdesi qui conosciuti. Eppure dirò ciò davanti a questa corte... se fosse qui a Sygma e osasse ripresentarsi al torneo di quella festa, pur col mio peggior cavallo e lasciandogli la scelta delle armi, sarei sicuro del mio risultato e dunque di batterlo.”
“Nobile Maresciallo...” fece il capocomico “... mi sono attenuto alle leggi baronali, che vietano di pronunciare ad alta voce il nome dei cavalieri Capomazdesi esiliati da Sygma.”
“Non esiliati...” con astio il barone Ferico “... ma cacciati, umiliati e messi in fuga.” Bevendo del vino. “Ed ora avanti con questo spettacolo e badate di far si che riesca a metterci di buonumore.” Con tono grave, mentre i vari commensali parlottavano fra loro circa il misterioso e valoroso cavaliere di cui era vietato pronunciare il nome.
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