Gayor lasciò il suo palazzo ed in sella alla fedele cavalla raggiunse il castello baronale.
Il suo portamento e naturalmente i suoi abiti palesavano il censo ed il blasone di questa nobile dama del Sud.
E ciò ovviamente impedì ai soldati adibiti ad annotare informazioni per il censimento di oltraggiare la bella Gaynor, come già avevano fatto con Gwen e Marwel.
La bellezza di Gaynor dopotutto non passava inosservata in questi luoghi.
Il suo era il tipico fascino delle donne di Mezzogiorno.
Una bella ragazza, dai capelli di un biondo lieve che avanzava verso un chiarore soffuso simile al fulvo bagliore del Sole su un lago al tramonto, gli occhi piccoli e vellutati, screziati di un verde misto ad un tenero giallino.
Le forme erano morbide, come modellate sulle descrizioni di quelle eroine antiche che animavano gli scritti di Plauto, di Terenzio o di Menandro.
Vi era nei suoi modi un'innocente eppur chiara sensualità, un'inebriante aria di seducente candore, come Callimaco amava raccontare delle schiave di Alessandria.
“Venite pure avanti, milady.” Disse uno dei militari, preparandosi ad annotare il tutto. “Ditemi... il vostro nome, l'occupazione, il luogo in cui dimorate, il vostro Credo Religioso ed eventuali simpatie politiche.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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