Una pallida luce filtrava attraverso le tende, raggiungendo il mio letto. Era ora di alzarsi, quella mattina avrei dovuto presentarmi al castello del barone per il censimento. Erano circa dieci anni che soggiornavo stabilmente a Sygma, ma ero pur sempre una straniera del sud. Mi alzai e la prima cosa che feci fu aprire le tende e lasciare che la luce inondasse la stanza. Il riverbero del sole sui cipressi li rendeva ancora più verdi e brillanti... la natura rigogliosa di quel posto era uno spettacolo a cui non ci si abituava mai. La maggior parte della mia vita era trascorsa abitando sul mare, un paesaggio che adoravo, ma che non era riuscito a tenermi legata a sé. Né lui, né la mia famiglia, né tantomeno mio marito... tutto era solo un lontano ricordo, che andava sbiadendo nel tempo. Chiamai Ensa, la mia fedele servitrice. "Per favore, Ensa, prendimi l'abito color rame, con il copricapo lungo..."
Dopo essermi vestita, scesi giù per un veloce thè caldo. Faceva freddino, e il liquido bollente fece egregiamente il suo dovere, riscaldandomi tutta. Indossai quindi il mantello e uscii dal palazzo, diretta alla retrostante scuderia. Salutai Pepe, il vecchio stalliere, e feci sellare Elinor, la mia vecchia e fida cavalla. Ne avevamo passate tante insieme! Montai in sella e mi diressi al castello dove, una volta arrivata, trovai delle guardie. "Salute a voi, signori, sono qui per il censimento..."

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