Discussione: Ardea de'Taddei
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Vecchio 08-01-2016, 18.30.50   #319
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
"Bella è Lesbia, bellissima tutta fra tutte
a ognuna ha rapito ogni possibile grazia."

(Catullo)



La cena fu servita poco dopo in una sala adiacente, più piccola ed adatta ad ospitare un pasto.
Attorno ad una rozza tavola imbandita con pane, salumi, formaggi, vino e frutta vi erano Ardea, Biago, Giaccos e naturalmente suo padre il barone.
Avator era uomo di poche parole, ma comunque cortese ed ospitale e la serata passò tutto sommato tranquilla per il cavaliere ed il suo scudiero.
“Naturalmente” disse il barone ad Ardea “voi ed il vostro scudiero resterete ospiti in questo castello stanotte. Dopo un mio servitore vi condurrà ai vostri alloggi.”
“Ve ne siamo grati, milord.” Annuì il Taddeide.
Poi Avator chiamò uno dei suoi servi.
“Informa lady Cramelide che stasera non è richiesta la sua presenza.”
“Si, mio signore.” Con un inchino il servo.
A quel nome Ardea e Biago si guardarono per un lungo istante.
“Vi fermerete molto ad Acerna, cavaliere?” Chiese Avator.
“Il necessario, milord.” Rispose il Taddeide. “Ossia una notte ed un giorno. Dobbiamo riprendere al più presto il nostro cammino.”
“Comprendo.” Sorseggiando del vino il barone.
Poi la cena terminò e Giaccos intrattenne i due ospiti e suo padre con un canto ed alcuni versi.
Infine il barone congedò il cavaliere ed il suo scudiero e li fece accompagnare da un servo al loro alloggio.
“Luogo piuttosto allegro direi.” Fece Biago, appena rimasto da solo con Ardea nella loro stanza.
“Già...” guardando da una finestra il cavaliere “... un'atmosfera di lutto... ma forse è comprensibile, non credi?”
“Immagino di si, dato ciò che ci è stato raccontato.” Annuì lo scudiero. “Tu cos'hai intenzione di fare adesso?”
“Non lo so...” inquieto Ardea “... immagino che ci rifletterò su... per ora posso fare solo questo...”
“Il tempo allora non ti mancherà...” disse Biago “... visto che hai un'intera notte davanti a te. Io invece preferisco dormirci su.” E si stese su uno dei due letti della stanza.
Il Taddeide invece continuò a fissare l'immensità della sera dai vetri della finestra, come se aspettasse una risposta o forse un segno dal silenzio che avvolgeva il castello.
Poi, ad un tratto, guardando giù nel cortile vide qualcosa.
Una figura che si muoveva lenta nel vago chiarore animato dalle poche torce che bruciavano.
E osservandola infine il cavaliere riconobbe le movenze di una donna.
Incuriosito, allora, uscì dalla stanza e raggiunse il cortile.
E seduta su una delle panche di pietra, illuminata dall'incerta e malinconica luce di una torcia, Ardea vide una giovane e bellissima donna.
Un istante dopo ella, con un lieve gesto della mano, spostò un lembo del velo che copriva in parte il suo viso, mostrando le sue fattezze al cavaliere.
Era Cramelide, la figlia del barone.
La ragazza aveva in una mano un ramo spezzato e con quello disegnava sul terreno un piccolo cuore.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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