Frammenti, insensati, incongruenti, l'uno dopo l'altro...
Il cielo all'alba visto dal mio aereo, le risate dei fratelli, la battaglia, le missioni, il Gufo Nero..
Era come se fluttuassi tra ricordi spezzettati e senza senso.
C'era un volto, uno sguardo intenso, un volto a cui non sapevo dare un nome, un contesto, un'emozione.
Mi chiesi se l'avessi mai incontrato.
Poi d'improvviso una luce illuminò tutto attorno, fino a farlo sparire, a far sparire ogni cosa.
D'improvviso aprii gli occhi.
Tossi per la polvere.
Mi guardai intorno: ero viva, e Damagrada aveva resistito all'impatto.
"E bravo il mio gioiellino.." sorrisi, rendendomi conto che in qualche modo ero riuscito a salvarlo, anche se avrebbe avuto bisogno di molte cure.
E probabilmente anche io, pensai, rendendomi conto del taglio sulla gamba.
Bruciava da morire, ma fortunatamente era superficiale.
Provai a muovermi, slacciai la cintura e aprii la calotta.
Mi guardai attorno.
Che avrei fatto da lì?
Dovevo avvisare i miei che mi venissero a prendere con un rimorchiatore, ma probabilmente la strumentazione di bordo era andata.
La controllai, nel dubbio, e poi guardai in alto, cercando di capire a che punto fosse la battaglia, sempre che si vedesse da laggiù.
Ero viva e Damasgrada se la sarebbe cavata, erano queste le cose importanti, i mei ragazzi sarebbero venuti a prendermi, prima o poi, di questo ero sicura.
Ora dovevano pensare alla battaglia.
|