A Clio non restò che tentare un atterraggio di fortuna.
E di fortuna, oltre che di abilità, ne serviva davvero tanta.
La ragazza portò Dasmagrada lontano dalla battaglia, oltre le impervie rocce della Gola del Diavolo.
Raggiunse così una piana rocciosa, dove tra spuntoni di pietra e dossi di sabbia spuntavano solo poche piante grasse.
L'aereo sibilava, fumava e tenerlo dritto era ormai quasi impossibile.
Il terreno si avvicinava sempre di più e Clio cominciò a vedere scorrere davanti a lei tutte le immagini della sua vita.
Velocissime come un film senza sonoro.
L'impatto era ormai imminente.
Il fumo riempiva l'abitacolo e lei sentiva i sensi abbandonarla.
Ed il suolo era ormai vicinissimo.
Un ultimo sforzo le permise di tenere le mani strette sulla cloche ed evitare che l'aereo si cappottasse appena toccato terra.
Poi l'impatto.
Tutto prese a sussultare.
Damasgrada iniziò a scivolare sul terreno, facendo volare ovunque sassi, piante e pezzi della carrozzeria.
Poi Clio perse i sensi e tutto divenne buio.