Guisgard sorrise sarcastico a Gaynor.
“In effetti” disse con indifferenza “essere della massa non è poi così malvagio, sapete? Si passa inosservati e si sta tranquilli. E al giorno d'oggi è un gran lusso non avere seccature. Ho conosciuto dall'esterno il mondo dei nobili e dunque posso dirvi che più mi tengo lontano dalla mondanità, dal clamore e dall'ambiguità, meglio è. Dite che sono convenzionale e pieno di pregiudizi? Concordo con voi. E aggiungerei che sono anche all'antica. La mia donna deve essere solo mia, al di là del suo mestiere. Quindi che non se ne vada in giro a baciare o abbracciare nessuno. Né per vero, né per finta.” Ridendo piano.
“Capitano, Diana è uscita fuori...” fissandolo Fines.
“Si, lo so.”
“E' da sola e le strade sono ancora deserte...” Fines.
“Credete forse sia la sua balia?” Sbottò il militare.
“Per noi è preziosa...” mormorò Leones.
“Allora andatela a chiamare.” Fece Guisgard.
Leones annuì, chiese permesso ai presenti ed uscì.
E trovò Dacey seduta su un muretto che fissava l'alba.
“Diana...” avvicinandosi a lei Leones.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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