Quella sera malinconica e spettrale mi appariva magica e misteriosa.
Camminavo, immersa nei miei pensieri, seguendo senza motivo quella musica mai udita prima.
Essa mi condusse in un angolo nel forte, dove compresi che quella melodia era opera di una figura nascosta nella penombra.
E quando le luci di sorveglianza la illuminano per un istante lo riconobbi.
Era Icarius.
Sospirai, chissà cosa si portava dentro quel ragazzo, cosa guidava i suoi atteggiamenti aggressivi, lamentosi che proprio non capivo.
Ma non potevo capire, io avevo sempre sognato quella vita, avevo persino falsificato il permesso dei miei genitori, per non dover aspettare i diciotto anni per arruolarmi. Ne avevo sedici allora, pensai con un sorriso leggero.
Potevo andarmene in qualunque momento, ma non l'avrei mai fatto.
Avrei lasciato la legione insieme a questa terra, quando sarebbe giunta l'ora del mio ultimo volo.
Era una vita che andava scelta, ma a quanto avevo capito per lui non era stato così.
Povero ragazzo..
Dapprima pensai di andare da lui, ma era evidente che non mi poteva soffrire, quindi avrei solo turbato quel momento di calma che si era ritagliato.
Ed era un peccato.
Così, restai nell'ombra, trattenendomi ancora un momento ad ascoltare quella musica che custodiva così bene quelle emozioni.
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