Capitolo IV: L'ombra della scure e del martello
“Nazisti e comunisti sono la stessa cosa.
Sono accomunati dai medesimi crimini.”
(San Giovanni Paolo II)
“Ricevuto.” Disse Dimos via radio a Clio.
Gli aerei cominciarono allora a sparare sulla vecchia fabbrica, ora in possesso degli scioperanti.
Quelli, con i due carri che avevano rubato alla sorveglianza della fabbrica, cercarono di rispondere al fuoco ma non avevano l'addestramento e le capacità per fronteggiare i caccia legionari.
Cominciò così uno scontro che vide in breve Clio ed i suoi uomini avere la meglio.
I due carri furono distrutti.
Ma ad un tratto uno stormo di aerei apparve all'orizzonte.
“Sono i Valchiria!” Via radio Pintos.
“Attacchiamoli prima che lo facciano loro!” Fece Kostor.
Iniziò così la battaglia aerea.
All'improvviso però un altro caccia Valchiria apparve.
Era simile agli altri, con la sola differenza che sulla coda aveva impresso uno stemma.
Si trattava di un teschio con una rosa in bocca.