A quelle parole di Gwen, Goz trasalì.
“Gufo Nero...” disse fissando la ragazza e poi il bambino “... avete detto Gufo Nero?” Con una smorfia di rabbia. “Perchè diavolo non mi avete riferito questo subito? Perchè vi siete decisi solo ora a portarmi questo bambino?” Scosse il capo e si alzò dalla sua scrivania. “Dannazione...” guardando dai vetri della finestra “... voi ed il vostro dottorino” voltandosi a guardare di nuovo l'infermiera “immagino ignoriate cosa significhino le parole che questo bambino ripete... beh, sappiate che rappresentano l'emblema che si trova sulla coda di un aereo... e non di un aereo qualunque... si tratta di un caccia Valchiria completamente nero, modificato ed in gradi di essere il ventinove percento più veloce di un normale Valchiria... e a guidarlo è l'asso dell'intera aviazione di Canabias, un misterioso e formidabile pilota conosciuto come Gufo Nero... un uomo che incontrarlo in battaglia equivale ad una condanna a morte, mia cara infermiera. Un uomo che da solo ha abbattuto ben settantuno dei miei legionari.” Aprì la porta. “Tenente Tesua! Lyon! Brizz! Aburn! Pacos!” Chiamò con tono perentorio. “Dove diavolo siete finiti?”
Un attimo dopo tutti loro arrivarono nell'ufficio del comandante.
“Novità, signore?” Chiese Tesua.
“Non novità, ma guai.” Mormorò Goz.
Tutto ciò davanti a Gwen ed al piccolo spaventato.