Il caos dall'esterno non accennava a diminuire.
Si udivano grida ed esplosioni, mentre la taverna intorno a loro sussultava.
“Tre...” disse Poeh “... quattro...”
“Cosa diamine fai?” Fissandolo Fines.
“Il sibilo arriva ad intervalli di dodici secondi...” rispose Poeh.
“E dopo cosa accade?” Mormorò Leones spaventato.
In quel momento si udì ancora il sibilo e poi la pioggia di nuovi colpi sul borgo.
“Ecco cosa!” Gridò Poeh, mentre il tetto sembrava prossimo a crollare.
Dacey, come gli altri, era sempre stesa a terra, cercando di ripararsi dai detriti e dalla polvere tenendo le mani strette sulla testa.
E mentre il borgo subiva l'ennesimo attacco, al vecchio capannone Guisgard aveva fatto uno strano incontro.
“Cosa succederà?” Chiese lui all'uomo.
“Moriremo tutti.” Rispose questi. “A meno che la Freccia d'Argento non prenda il volo per affrontarli.”
“Freccia d'Argento?” Ripetè Guisgard.
L'altro annuì e mostrò al militare un aereo all'interno del capannone.
“Cos'è questo rottame?” Mormorò Guisgard.
“Non è un rottame, ma il più moderno e letale aereo del mondo.” Orgoglioso l'uomo.
“Ma se ha la carrozzeria completamente consumata...” sarcastico il militare.
“No, ho solo raschiato la vernice...” spiegò l'uomo “... per farlo decollare doveva soddisfare i requisiti imposti dall'Aeronautica Imperiale di Capomazda... e così per alleggerirne il peso ho raschiato la vernice... ora la cromatura è fuori e per questo lo chiamo Freccia d'Argento... è la risposta dell'esercito Afralignonese ai caccia Valchiria.”
“E perchè allora è nelle tue mani invece di stare in una base militare?” Fissandolo Guisgard.
“Perchè l'ho fregato ai militari.” Candidamente l'uomo. “Ma ora non c'è tempo per le spiegazioni... bisogna agire... io non posso guidarlo, a causa di vecchie ferite, ma tu si.”
“Io?” Stupito Guisgard.
“Si, sei un pilota, no?” L'uomo osservando la sua divisa. “Allora salta nell'abitacolo, decolla ed affronta i due caccia nemici.”
“Ma non dire idiozie!” Esclamò Guisgard. “Non ci penso neanche! Questa guerra non è mia ed io combatto solo per me stesso! E' la sola causa che riconosco!”
“Lo senti il sibilo?” Indicando il cielo l'uomo. “Altri due passaggi e quei due Valchiria avranno cancellato Evangelia da ogni carta geografica. E noi due con essa. Perciò, se vuoi vivere, salta sull'aereo e decolla.”
“Ad affrontare quei due diavoli volanti da solo?” Alterato Guisgard.
“La Freccia d'Argento ha buone possibilità di abbatterli.” Sicuro l'uomo.
“Io non voglio affidare la mia vita alle possibilità di un aereo senza vernice!” Guisgard.
“Le possibilità dipendono da te.” Replicò l'uomo. “Il caccia che ti do è il migliore.”
“Ma tu chi diavolo sei?”
“Mi chiamo Orko Rosso, ma non è importante ora.” Disse l'uomo. “Avanti, decolla ed affronta quei due figli di cagna.”
“Tu sei pazzo e visionario...” scuotendo il capo Guisgard.
“Si...” sorridendo l'altro “... e ti ho già convinto.”
Pochi minuti dopo dal capannone la Freccia d'Argento decollò, diretta ad affrontare i due temibili Valchiria.