Volammo silenziosi nella sera che stava nascendo, per tornare alla base.
Era buio ormai, e le luci della roccaforte erano quasi poetiche viste da lassù.
Un altro giorno era passato, e ad Evangelia bastava questo per festeggiare. Ora veniva il meglio della giornata, dopo il dovere e la rigidità dei gradi, la mia testa era già alla taverna dove avremmo passato la serata tra birra e risa.
Eppure non riuscivo a togliermi dalla mente quel convoglio attaccato, e lo sguardo di quel bambino.
Una volta atterrati alla base, Tesua si avvicinò.
Annuii.
"Sì, sergente.." dissi a Tesua "La zona era sgombra, e non ci sono dubbi sul fatto che siano stati dei Valchiria ad attaccarlo.. non che la cosa ci stupisca.." alzando le spalle.
"Quanto ai superstiti.." mi voltai verso Enas che aveva con sé il piccolo "Uno dovremmo averlo.." indicando il bambino "È sotto shock, non dice una parola e ha sempre lo sguardo fisso nel vuoto, intendevo informare il capitano, potremmo portarlo dal medico e trovargli un posto dove stare, una volta calmatosi magari potrà darci informazioni preziosa.." guardando il piccolo "Sempre che non abbia rimosso ogni cosa per lo spavento.." alzando le spalle "L'unica cosa che ha detto è stato - il Gufo - ma non ho idea di cosa possa significare..".
Guardai i miei uomini.
"Io vado a relazionare dal capitano, voi pensate al piccolo.. magari il dottore saprà calmarlo o che so io.." scuotendo piano la testa "Non ne ho idea..".
Per poi sorridere "Ci vediamo dopo.." salutandoli con un cenno del capo.
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