Discussione: Nei cieli di Evangelia
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Vecchio 22-10-2015, 17.17.45   #7
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
La cantina era semibuia, con quella piccola lampada alimentata da gasolio ad illuminarla, umida e maleodorante.
Ma era diventata il loro rifugio, un luogo tranquillo, alieno dal fragore e dalla violenza che invece imperversavano per le strade di Animos.
Nulla era più come prima.
Neanche la stessa Animos esisteva più, oggi rinominata Canabias dagli operai affamati che avevano assalito i suoi castelli e chiuso le sue chiese, mossi dalle sinistre mire della borghesia.
Si, perchè da sempre nessuna rivoluzione ha mai avuto come scopo la libertà, la liberazione o l'uguaglianza.
E nessuna rivoluzione, da quando esiste il mondo, è mai stata proclamata dal popolo.
La massa, la gleba, il volgo, altro non è che il braccio, furioso ed ignorante, di chi invece mira a rovesciare un potere per instaurarne un altro.
Così è stato per la rivoluzione francese, per quella russa ed ora anche per quella che sta insanguinando la defunta Animos.
La borghesia, gli intellettuali, sono loro i veri capi, le menti di quest'orrore.
Cacciare il re e sedersi al suo tavolo per mangiare ciò di cui si nutrivano i nobili fino a quel momento.
Questa è la rivoluzione che ha spazzato via Animos e così sono tutte le rivoluzioni scoppiate nei secoli su questo pianeta.
Eppure quella cantina era un luogo tranquillo, persino accogliente.
Una specie di angolo segreto in cui le figlie del re fantasticavano e giocavano.
Anastasia, la più grande, poi Dacey ed infine Maria.
Ma una fredda sera dei rumori si udirono dalle scale che conducevano alla cantina.
L'ex re Talcos fissò a lungo la porta.
Non erano i passi delle sentinelle, né del guardiano che portava loro acqua e cibo.
La porta si aprì ed entrarono i militari.
Dacey non li guardò neanche in volto.
Non guardò nemmeno le loro uniformi, né i loro fucili.
Restò a fissare la stella rossa tra la falce e la scure.
L'immagine del nuovo potere di Canabias.
Il simbolo di un orrore che si era abbattuto non solo su quel paese, ma sul mondo intero.
I militari entrarono così nella piccola cantina.
In verità non erano veri soldati.
Erano ex briganti, proclamatisi prima partigiani, poi guerrieri del popolo ed infine della libertà.
Quanti martiri aveva fatto quel demone che agli uomini si camuffa da libertà.
Il caporale si avvicinò all'ex re.
“Dobbiamo farvi una foto...” disse il caporale “... mettetevi tutti in quell'angolo... contro il muro... non ci vorrà molto...”
“Mamma...” chiese la piccola Maria a sua madre “... come fanno a farci una foto se non hanno macchine fotografiche?”
Ma l'ex regina non rispose nulla, limitandosi ad accarezzare e a baciare la sua bambina.

Il fischio del treno destò Dacey da quei terribili ricordi.
Il Meridian Express aveva chiuso le porte ed era pronto per partire.
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