Guisgard e Marwel a fatica trovarono quel rifugio.
La ragazza sistemò il tutto per renderlo ancora più sicuro ed introvabile.
Poi si occupò delle ferite dell'uomo.
Furono momenti lunghi e dolorosi, dove lui a denti stretti, tra gemiti e moti di dolore, soffrì parecchio mentre lei gli ricuciva la pelle viva.
E a dargli sollievo vi era solo la mano della giovane sul suo petto.
Alla fine le sue ferite furono ricucite e medicate.
Poi Marwel spense l'unica lanterna che avevano e tutto divenne buio.
Lei allora cercò la mano di lui e la trovò.
Le loro mani si strinsero, quasi a darsi calore reciproco in quel freddo rifugio.
“Mi piace il suono della vostre voce...” disse lui, con il respiro rotto ancora per il dolore di poco prima “... e mi piace quando spaventata parlate in francese...” accennò un lieve sorriso, immaginando il suo volto che il buio invece gli celava “... venite... divideremo questo mantello... è freddo questo luogo e non voglio certo che patiate a causa mia... magari così, essendo ora al sicuro, potrete riposare un po'...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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