Marwel allontanò delicatamente la mano dalle ferite dell'uomo quando vide nuovamente la sua espressione dolorante, ma doveva continuare o si sarebbero infettate irrimediabilmente.
"Vi chiedo scusa..." sussurrò mentre ricominciava a spalmare le erbe "ve l'ho detto, mi chiamo Marwel e non sono altro che una ragazza appassionata di erbe".
Aveva sempre timore di raccontare la verità su di lei, ma in molti si insospettivano quando percepivano l'accento francese nelle sue parole.
"Io non credo di aver fatto un errore nel salvarvi la vita. Tutti meritano una seconda occasione e io non mi tiro mai indietro quando c'è una vita in pericolo" disse finendo il lavoro.
Era in imbarazzo, poichè le pareva più facile bendare un uomo mezzo nudo incosciente, piuttosto che uno vigile e con lo sguardo fisso su di lei.
"Vi...vi devo bendare..." disse prendendo le lunghe garze e cominciando a passarle dalla schiena all'addome e poi più in su, fino ad arrivare al petto.
Con le gote arrossate e le mani tremanti, legò i lembi delle bende e sorrise gentilmente. Si alzò e andò a scaldare la zuppa, poichè per una buona guarigione Guisgard avrebbe dovuto nutrirsi e dissetarsi.
Il problema era metterlo seduto.
"Guisgard, dovreste appoggiare la schiena al muro, sennò non so come potreste mangiare" si avvicinò nuovamente all'uomo e cercò di aiutarlo come meglio poteva e senza farlo soffrire troppo.
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L'amore non ha un senso, l'amore non ha nome, l'amore bagna gli occhi, l'amore scalda il cuore... L'amore batte i denti, l'amore non ha ragione. L'amore è così grande da sembrarti indefinito, da lasciarti senza fiato, il suo braccio ti allontanerà per sempre dal passato.
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