“Alzatevi, Faven...” disse il borgomastro al contadino in lacrime.
“Oh, Cielo...” disperato questi “... oh, Signore, aiutami...” in lacrime.
“Alzatevi e cercate di calmarvi, Faven!” Cercando di farlo alzare il borgomastro. “Altrimenti non capisco nulla di ciò che dite!”
“Oh, Cielo...” senza forze Faven “... Oddio... Signore, aiutami...”
“Datemi una mano.” Il borgomastro ad Icarius.
I due alzarono da terra il contadino e lo portarono accanto al fuoco.
Il borgomastro gli diede poi un po' di liquore per farlo calmare.
“Bevete, vi farà bene.”
Il contadino prese il liquore e pian piano cominciò a calmarsi.
“Allora, cosa vi è successo?” Fissandolo il borgomastro.
“La mia Monsine...” farfugliò il contadino “... la mia Monsine...”
“Vostra figlia?” Turbato il borgomastro. “Cosa è capitato a vostra figlia Monsine? Faven, in Nome del Cielo, rispondetemi?”
“E' buio ormai...” riprendendo a piangere Faven “... è buio... e Monsine... era uscita a prendere l'acqua al pozzo... e non è ancora tornata...”
“A che ora è andata al pozzo?” Scuotendolo Icarius. “A che ora?”
“Era il primo pomeriggio...” in lacrime Faven “... e non è ancora tornata...”
Icarius allora guardò prima il borgomastro, poi Clio e Gwen.
Fuori la sera era ormai giunta.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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