“Permettete...” disse Guren ai suoi ospiti “... risolvo un attimo la questione...”
Il ragazzino era tenuto fermo da due uomini e Guren gli si avvicinò.
“Un ladruncolo di cavalli...” l'uomo al giovinetto “... perchè l'hai fatto?”
“Avevo...” mormorò il piccolo “... avevo fame, signore...”
“Già...” annuì Guren “... e non sapevi che apparteneva a me il cavallo? Sii sincero, ragazzo. Ricorda che la verità paga sempre.”
“Si...” annuì il ragazzino “... ma voi siete l'unico ad essere ricco qui... un cavallo in più o in meno non vi cambia nulla, signore...”
Uno dei due che lo teneva fermo lo colpì al viso con violenza.
“Sporco ladro!” Lo insultò poi.
“Basta così...” fece Guren “... lo avete pestato abbastanza... credo abbia imparato la lezione... vero, ragazzo?”
“Si...” tossendo il giovinetto e spuntando sangue “... si... signore...”
“Non ho capito, ragazzo.”
“Si...” cercando di alzare la voce il ragazzino “... si, signore...”
“Ragazzo, non ti sento.” Guren.
“Si, signore!” Con uno sforzo il piccolo.
“Lasciatelo ora.” Ordinò Guren.
Lo lasciarono e quello cadde a terra dolorante.
“Vattene a casa, ragazzo.” Con indifferenza Guren. “E non farti più vedere, intesi?”
Il piccolo a fatica si alzò dal fango e si indirizzò verso il cancello.
“Amministrare la giustizia è un dovere, oltre che un diritto.” Guren tornando da Icarius e dagli altri. “Non credete, signore?” Rivolto poi a Gwen, a Dacey e a Clio.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
|