“Già...” disse Icarius, per poi sorridere e cingere con le braccia i fianchi di Clio “... colpa mia che mi credo un novello Giasone, o un Ulisse...o magari un Lancillotto o un Rinaldo in grado di compiere qualsiasi impresa...” ridendo.
Poi si fece serio di colpo.
“Forse dovresti andare a riposare, sai?” Guardandola negli occhi e stringendola per un attimo di più a lui. “Sono mesi che non ho la compagnia di una donna... ed in notti come queste la solitudine è insopportabile... sei bella... stanotte ancora di più... meglio che tu vada a letto, Clio...” senza lasciare però i suoi fianchi.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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