Elv baciò Gwen.
A lungo.
Poi la strinse contro il suo petto.
Cominciò allora a cantare una vecchia canzone.
“L'ho imparata da piccolo...” disse sussurrando “... mi aiutava a non aver paura dopo un brutto sogno...”
La canzone parlava di boschi fatti di pini e sicomori, di sentieri brulli ed eriche in fiore.
Parlava di uno stagno all'ombra di verdi salici, dalle acque trasparenti e poco profonde.
Poi di corse nella campagna, quasi a toccare il cielo, a rincorrere farfalle e ad aspettare le lucciole della sera.
Lo sfoglio di una margherita, il profumo della brezza dei campi, la magia dell'Amore in fiore e dei sogni che attraversano l'alba senza morire.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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