“Eh, divertente...” disse Icarius sarcastico a Clio “... le andavo a genio? Ma se per poco non restavamo prigionieri sulla sua isola.” Sorridendo. “E comunque solo dopo ho capito che era stata lei ad imporro il maleficio su Gwen.”
Poi si accorsero che il fiume era sempre più sporco.
“Si, forse sarà il caso di alzarci in volo...” mormorò il Taddeide.
Ma ad un tratto l'andatura del vascello cominciò a mostrarsi difficoltosa.
“Andiamo a vedere sul ponte.” Disse Elv a Gwen.
I due uscirono e si accorsero che le acque del fiume che stavano navigando erano divenute fangose e sporche, tanto da rendere l'andatura della nave difficile ed irregolare.
Anche Dacey lasciò la sua cabina per uscire sul ponte e qui vide il medesimo spettacolo che si era mostrato a Gwen e ad Elv.
Infatti la Divina Misericordia procedeva a fatica.
Tutt'intorno l'umidità ricopriva ogni cosa, rendendo gli abiti di tutti loro attaccaticci e lievemente bagnati.
Icarius, Clio e gli altri osservavano il tutto dal parapetto.
“Cosa accade?” Gli chiese Elv.
“Questo fiume è incredibilmente inquinato...” rispose Icarius “... forse dovremmo alzarci in volo...”
Ma all'improvviso, nel silenzio che avvolgeva quello scenario incantato, iniziò ad udirsi una musica.
Lontana e vaga, sembrava vagare fra gli alberi muti, le rocce ammantate e le increspature delle acque come in cerca di qualcosa.
“Da dove giunge questa musica?” Stupito Palos.
Ma poi una voce.
Leggera e dolce, fragile e sottile.
Una voce di donna che intonava questi versi:
“Lo cercan qua e poi lo cercan là,
Capomazda tutta si strugge e dov'è non sa.
Che sia sbocciato in sogno o in un sussurro,
questo mio bel meraviglioso Fiore Azzurro...”
E ad udire quelle parole Icarius trasalì.
“Come...” incredulo il Taddeide “... com'è possibile che qualcuno qui conosca questa poesia?”