Capitolo IV: Scafris ed il Fiore di Vetro
“Chi vi giunge così vicino da poterlo toccare lo vede trasformarsi in una distesa uniforme di nebbia grigia, impenetrabile allo sguardo.”
(Abraham Merritt, Gli abitatori del Miraggio)
La Divina Misericordia, lasciatasi alle spalle l'isola sospesa, raggiunse infine il continente.
Lasciò allora le acque salate del mare e si alzò in volo per percorrere la costa fino all'entroterra.
Avvistò dopo alcune miglia un lungo fiume che scorreva in un territorio verdeggiante e prese a seguire il suo calmo corso.
A bordo ognuno dell'equipaggio era preso dalle proprie mansioni.
Clio era sul ponte, quando le si avvicinò qualcuno.
“Eh, finalmente dopo giorni di mare” disse Hold fissando lo scenario che li circondava “arriva la terraferma.” Annuì, fumando la sua pipa. “Fondamentalmente sono un uomo di terra. Il mare mi piace, per carità, ma mi sento molto più tranquillo con i piedi su qualcosa di solido. E se volete un mio parere, ragazza mia, nessuna isola al mondo è un posto sicuro.” Scuotendo il capo. “Sempre in balia dei venti ed alla mercé di potenziali invasori. E poi non comprendo questa smania che tutti hanno di voler viaggiare per mare e vedere isole sempre diverse. Vi rivelerò una cosa... tutte le isole sono uguali. Vista una, viste tutte.” Sentenziò.
Poco più dietro, Dacey e Dension se ne stavano in silenzio a guardare il nuovo territorio che ora il vascello volante stava attraversando.
“Quell' Icarius mi piace sempre meno...” mormorò il contrabbandiere “... fa il bello e cattivo tempo a suo piacimento e solo perchè è l'ufficiale in seconda di questa nave... è un pallone gonfiato e ho una gran voglia di rompergli il muso...” cercò lo sguardo di Dacey “... si, potrei farlo uno di questi giorni... gonfiarlo come una zampogna.” Facendole l'occhiolino.
Ma non tutti erano così sollevati per aver lasciato la misteriosa isola.
Elv e Gwen, infatti, se ne stavano a guardare l'orizzonte dal parapetto.
“Abbiamo lasciato quell'isola” fece lui “eppure tu sei ancora... si, insomma... ancora con le sembianze di un'anziana...” si voltò verso Gwen “... possibile che tu non riesca a liberarti da questo oscuro incanto?” Prendendole le mani e stringendole nelle sue. “Voglio parlare col capitano... con Capitan Falco... non possono abbandonarci così.. bisogna trovare il modo di liberarti da questo infame sortilegio, Gwen...”
Ma proprio in quell'istante la vedetta indicò qualcosa.
Densi banchi di nebbia sembravano essere sorti all'improvviso, avvolgendo ogni cosa intorno a loro e rendendo il fiume sottostante quasi incantato.