Più nulla, solo silenzio.
Clio restò accanto alla porta ma da essa non giunsero più voci.
Trascorsero diversi minuti e poi un rumore all'interno.
“Contro una simile ostinazione” disse la donna “neanche la magia può nulla. Sciocco uomo... rifiutare la felicità...”
“Non è la felicità quella che mi prospetti.” Fece Icarius. “Così come quel fiore non era il Fiore Azzurro. Il tuo Fiore Spirituale era solo una candela a forma di fiore, destinata a spegnersi appena la cera si sarà consumata...”
“E sia...” annuì lei “... ma rammenta che la maga Elbetya” parlando di se stessa “ti ha offerto la felicità.”
“Cerco il Fiore Azzurro.” Fissandola lui. “Lasciami partire insieme ai miei compagni ora.”
“Come vuoi, sir...” mormorò lei “... anche perchè sei atteso...” guardò la porta ed essa si aprì.
E sulla soglia si vide Clio che andava via.
“Clio?” Stupito Icarius. Cosa ci fai là?”
“La curiosità è donna.” Ridendo Elbetya.
Ma ad un tratto sulla finestra si posò un uccello ed Elbetya restò a guardarlo con inquietudine.