L'ancella condusse Dacey attraverso un breve corridoio, fino a ad una piccola stanza.
Era sfarzosamente arredata, con mobili intarsiati, tappeti morbidi e preziosi, armi damascate alle pareti, insieme a dipinti di esotici paesaggi.
Oro, argento, giada e corallo ornavano oggetti e monili, rendendo quel luogo simile ai racconti dei mercanti sul fiabesco Oriente.
Ed in piedi ad attenderla c'era l'uomo anziano, ossia il gran sacerdote di Amisc.
“Ho saputo dalle mie spie sull'isola” disse l'uomo a Dacey “che ti stanno cercando. I tuoi compagni sono in cerca di te su quest'isola. Poveri sciocchi...” accennando una risata “... sarà molto più semplice ucciderli.” Si voltò verso di lei, come se i suoi occhi scrutassero quelli della giovane in cerca di una speranza per soffocarla. “Tu hai visto in sogno la potenza di Amisc, di come governi le forze della natura e persino i demoni... lascia che ti parli di lui, visto che sarai la sua diletta per sempre e mai lascerai questo luogo... Amisc è il dio dell'amicizia... antico più del mondo, proprio come il nobile sentimento che impersona... l'amicizia è il bene più grande... mentre l'Amore è la sua nemesi... l'amicizia è costante, durevole e pura... l'Amore invece è incostante, cagionevole e impuro... l'amicizia è fratellanza, l'Amore tuttalpiù è egoismo... l'amicizia possiede tutto ciò che ha l'Amore... ma lo dona liberamente... l'amicizia mi può dare mille e più donne... mentre l'Amore una soltanto... inoltre Esso è poco durevole... arde come fuoco per pochi istanti e poi si affievolisce fino a spegnersi... l'amicizia invece dura per sempre... per questo noi trionferemo... e mai il Fiore Azzurro sarà più colto!” Delirò, guardando Dacey.