Quel paesaggio spettrale intorno a noi, mi guardavo intorno, circospetta, cercando di comprendere cosa si celasse in quel luogo.
Poi d'un tratto, tutto mutò.
Il paesaggio, la luce, gli odori, i rumori.
Sembrava tutto così grande e lontano, era come se sentissi diversamente, come se vedessi diversamente.
Dapprima pensai che mi avessero drogato, che fosse un'allucinazione, ma i miei pensieri erano lucidi.
Cosa diavolo era successo?
Mi guardai intorno, vidi Icarius poco lontano, ma era come se fossi stesa a terra, da quanto dovevo alzare lo sguardo per vederlo.
Eppure sapevo di essere in piedi, o forse no.
Mi guardai più da vicino, chinano il capo per osservare il mio corpo.
Per poco non urlai.
No, quella era decisamente un'allucinazione.
Un gatto?
Non dire assurdità, Clio, nessuno si trasforma come per magia in un gatto.
O forse si?
In effetti avevano parlato di un'incantatrice.
Mi guardai intorno, vidi un molosso accanto a me, e pensai subito che fosse Hansiner, dato che Icarius era rimasto normale.
Dapprima ne fui sollevata, poi compresi che se non l'aveva trasformato in un animale come noi, probabilmente aveva altri piani.
E poi la vidi.
Una figura velata e spettrale, a cui Icarius si rivolse col mio nome.
Ma era impazzito?
Così la guardai meglio, e trasalii.
"Icarius.. Icarius sono qui.." chiamai, ma invano.
Le parole divennero un miagolio incomprensibile.
Fantastico...
Che potevo fare?
Fu in quel momento che mi accorsi di essere accucciata su Damasgrada.
Non gli sembrava strano? Che mi fossi cambiata di abito e avessi lasciato la mia spada per terra?
Damasgrada si sarebbe ribellata se lei avesse provato ad impugnarla, ne ero certa.
Andiamo, Clio, è solo una spada..
Ma io sapevo che era molto più di quello.
Avevo fiducia in lei, e anche in lui.
Dai, Icarius, sarai mica così tonto da cascarci...
Certo, perché la prima cosa a cui penserà è che sei stata trasformata in un gatto.
In effetti non ci sarebbe mai arrivato.
Era una situazione a dir poco assurda.
Magari mi avevano drogato davvero e stavo sognando.
Ma se per qualche motivo strano fosse vero, non potevo starmene con le mani in mano.
Mi voltai verso Hansiner, chiedendomi se stesse pensando le stesse cose.
Così riprovai a chiamare Icarius, conscia che avrebbe udito solo il miagolio di un gatto.
Ma sperai di attirare la sua attenzione.
Provai a spostare Damasgrada, ma pesava troppo per me, ed era buffo pensare quanto fosse sempre stata leggera.
Ma ora era tutto diverso.
Decisi di avvicinarmi a lui, posando addirittura le zampe sulla sua gamba, in modo che fosse costretto a guardarmi negli occhi.
Chissà se i miei occhi erano rimasti gli stessi, o se erano mutati come il resto di me.
Probabilmente era un tentativo inutile, ma se mi avesse dato retta, anche solo chiedendosi che voleva da lui quel gatto, l'avrei portato da Damasgrada.
Oppure avrei architettato qualcosa con Hansiner, chissà se essendo entrambi animali saremmo riusciti a capirci.
Ma forse serviva un gatto per capire un gatto.
Che ne sapevo io.
Speravo solo che in qualche modo Icarius capisse che quella non ero io, che c'era qualcosa che non andava.
Mi sentivo prigioniera.
Non avevo parole da poter usare, e mi chiesi se i miei occhi sarebbero bastati ad esprimere tutto quello.