Quella piccola ed angusta grotta appariva fredda e claustrofobica, proprio come se fosse una cella delle tante prigioni che avevano fatto a gara nel corso degli anni per accaparrarsi il contrabbandiere.
Ma Dension non era un uomo facilmente impressionabile, forse perchè abituato a vivere gomito a gomito, proprio come uno dei tanti eroi di Salgari, di Sabatini, col pericolo e con la morte.
Ma quelle parole e poi quel gesto di Dacey lo colpirono profondamente.
Prese il pugnale e la ciocca di capelli di lei, però stringendole nelle mani della ragazza.
“Non dovresti tagliare i tuoi meravigliosi capelli...” disse piano, con un debole sorriso “... il tuo futuro grande Amore potrebbe risentirsi... e magari prendersela con me, visto avevo il compito di proteggerti e portarti da lui...” quel sorriso svanì “... ma se proprio devo morire” sussurrò “non mi porterei certo dietro il profumo dei tuoi capelli... ma il sapore delle tue labbra...” e avvicinò la sua bocca a quella di Dacey.
E la baciò.
Un bacio avido del sapore di lei, delle sue labbra.
Un bacio intenso, appassionato e colmo di desiderio.
Un bacio profondo, fatto di un gioco di labbra che si schiudevano e poi stringevano come in una danza di sensi, mentre le sue mani presero, piano, a scivolare sul vestito di lei, cercando la sua pelle.
Ma all'improvviso si udì un rumore.
Un attimo dopo alcuni di quegli uomini armati apparvero sulla soglia della grotta.
“Seguiteci, prego.” Disse uno di quelli ai due prigionieri.