Il carretto di fermò davanti ad una grotta e subito Hensiner saltò giù, invitando anche gli altri a fare lo stesso.
Poi entrarono nell'antro.
Era un luogo buio e silenzioso, tra erbe selvatiche e piante spontanee che ammantavano la nuda roccia.
L'aria era polverosa e muoversi lì dentro sembrava impossibile.
Icarius allora fece cenno a Cq ed il piccolo droide accese una torcia artificiale dal suo braccio.
Il gruppo così si incamminò, fino a penetrare in profondità di quello che sembrava essere l'ignoto ventre delle montagne.
Sulle pareti apparivano antichi graffiti, risalenti ad epoche remote e dimenticate, mentre decine di stalattiti pendevano come lame sulle loro teste.
Poi, ad un tratto, quell'assurda discesa nell'ignoto mostrò una luce in lontananza.
“Laggiù...” disse Icarius “... vi è qualcosa...”
“Si, l'eremo di un dotto nolhiano.” Annuì Hensiner, facendo poi cenno a Icarius, Clio e gli altri di seguirlo.
Raggiunsero così una piccola apertura nella roccia, dentro la quale vi era un uomo anziano, impegnato a leggere alcuni libri alla debole luce di una candela.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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