Il molo era silenzioso, intriso di un'atmosfera quasi surreale, etera, mutevole e sfuggente.
Dacey era lì, in un piccolo ed abbandonato capanno, un tempo utilizzato come magazzino merci.
Anche il molo era ormai in disuso e per questo i contrabbandieri lo avevano scelto come luogo di imbarco per i profughi che, come la stessa Dacey, avevano pagato profumatamente la possibilità, rischiosa, di lasciare Maruania.
Ora erano tutti in attesa dell'arrivo dei contrabbandieri che li avrebbero portati via dalla città senza Amore.
“Quest'attesa è insopportabile...” disse ad un tratto una ragazza del gruppo, seduta accanto a Dacey “... ti va di chiacchierare un po' mentre aspettiamo? Io mi chiamo Vara. Tu?” Chiese a Dacey.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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