Icarius fece così bere quell'acqua a Clio, come fosse quel cavaliere con la sua Syenna.
La giovane sorseggiò l'elisir che rapido lasciò il bicchiere per la sua bocca.
“Chiudi gli occhi, Syenna...” disse lui piano, mentre si spostava dietro di lei, accarezzandole i lunghi capelli chiari “... chiudili e svuota la mente ed il cuore... segui la mia voce...” cominciando a massaggiarle il collo e poi le spalle che rese nude spostando appena la scollatura dell'abito “... ascolta la mia voce ed essa ti condurrà su vaste erme campagne, dove orecchio altrui non ode, né sguardo furtivo giunge... dove eco non suona ed il vento confonde sovente... la mia voce è una musica errante sulle acque di ruscelli che sfociano in notti lunghe e buie... è un capriccioso fuoco, ultimo abbaglio contro madama oscurità... la mia voce è una foglia errabonda, un petalo randagio nel greve regno dell'Autunno e gioca fino al crepuscolo col coro e con gli echi dei venti lontani... ascolta e segui la mia voce, poiché senza di te ella può forse dimorare nel ventre verginale dei muti monti, o nei fossati campestri di fiumi ignavi, confondendosi con tesori perduti ed ambiti, ma comunque la sua sorte sarà ignota e segnata...” le sue mani salirono lungo il suo collo, fino a raggiungere il suo bianco viso, per poi dolcemente spingerla a voltarsi, dove i suoi occhi incatenarono quelli di lei.
E le loro bocche furono vicinissime.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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