Il verginale albeggiare diede le luci a quello scenario dai tratti romanzeschi ed incredibili allo stesso tempo.
La maestosa corazzata emerse dalle acque sollevando ettolitri di schiuma e spruzzi ovunque, travolgendo le piccole barche della milizia costiera e sommergendo i bassi pontili che delimitavano l'area portuale.
Emerse velocissima, tanto che solo dopo alcuni istanti chi osservava poté rendersi conto che non si trattava di una grossa balena o addirittura di qualche assurdo mostro marino.
Una monumentale corazzata, un astrovascello che lasciate le acqua salmastre cominciò a librarsi in volo sul porto, sotto gli sguardi increduli dei presenti.
Poi qualcuno riuscì a recuperare un barlume di lucidità e fece suonare le sirene d'allarme, che iniziarono a diffondersi in ogni direzione.
Lo stormo dei Corvi allora circondò il veliero volante ed aprì il fuoco.
Ma lo scafo della corazzata sembrava impossibile anche solo da scalfire e pochi istanti dopo le sue torrette mobili misero sotto tiro quei velivoli.
I mortai aprirono il fuoco e i Corvi iniziarono a precipitare uno dopo l'altro.
Intanto sul palco, approfittando della ovvia confusione, il prete dagli occhi azzurri estrasse qualcosa dal mantello.
Sembrava una rosa, dai cui petali però in un nanosecondo prese forma una lama affusolata, lucente ed affilatissima.
In un attimo il chierico uccise allora il boia, il soldato e l'ufficiale di porto incaricati di stare accanto ai condannati.
Poi con altri rapidi colpi della sua spada liberò il sacerdote e i due coniugi.
Afferrò dunque la cima che pendeva dal pennone e la passò ai tre condannati.
“Legatevela stretta intorno ai fianchi, se vi preme la vita.” Disse il prete dagli occhi azzurri.
“Stringiti a me, Amore.” Il marito a sua moglie.
Ed il anche il sacerdote si strinse forte a quella cima.
Allora il prete dagli occhi chiari, nel parapiglia generale, con un altro colpo di spada recise la cima che teneva legata la grossa vela del pennone.
Il vento la gonfiò in un istante ed il suo aprirsi tirò via la cima pendente, portandosi così dietro i quattro.
E sbalzati via, ma stretti alla cima, i quattro si ritrovarono allora a schizzare velocissimi a pochissima distanza dallo scafo corazzato del vascello volante.
E quando sembrarono sul punto di schiantarsi contro di esso, un boccaporto si aprì, ingoiandoli di colpo.
Le sirene intanto continuavano a suonare come impazzite, mentre sulle acque emergevano i resti dei Corvi abbattuti.
La nave volante, invece, era già alta nel cielo, sventolando la sua bandiera pirata e poco dopo svanì sotto lo sguardo di Clio e nel chiaro e fresco splendore del Sole nascente.