Risi appena a quelle parole di Gurz,e mi avvicinai a mia volta, sempre di più.
Finchè non fui alla distanza giusta.
"Non vuoi affrontarmi da uomo?" con un sorrisetto divertito "Come vuoi..".
Potevo sentire la lama accarezzare la giubba, quasi fosse la mia mano.
"E io che me ne faccio di colpire la parte meno sensibile che hai?" pianissimo con gli occhi nei suoi.
Ma poi invece di colpirlo con la spada, all'improvviso, gli tirai un calcio, potente, preciso, che l'avrebbe steso per un bel po'.
Era sempre un uomo, dopotutto.
Sarebbe stato più onorevole affrontarmi come si deve, cane..
"Non meriti la mia lama..." con disprezzo.
Indietreggiai e lanciai uno sguardo agli altri nella stanza.
Molti erano con me da anni, alcuni no, ma nessuno mi aveva difeso.
Come dargli torto?
Lui era il capo.
Era riuscito a intaccare anche i miei fratelli, che mi avrebbero sempre difeso, da tutto e tutti.
Probabilmente ero io che vivevo in un mondo diverso.
Annuii piano.
"Tenetevelo..." lanciando un'occhiata a Gurez "È evidente che questo non è più il posto per me..." con un'immensa tristezza "Buona fortuna... Non avete certo bisogno di me..".
Così me ne andai, in fretta, con la morte nel cuore, da quella che avevo sempre considerato la mia casa, la mia famiglia.
Ma evidentemente mi sbagliavo.
Quello non era più il mio posto, e di certo non avrei mai accettato Gurez come capo, avevo sopportato anche fin troppo per il bene della causa.
Ma ora era troppo, e c'erano cose che non ero minimamente in grado di tollerare.
A costo di perdere tutto.
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