Questo Cinque Maggio...
Oggi, nel gioprno dell'mmortale Poesia manzoniana,
celebrativa di effimere glorie di potere coronate
e saturi eufemismi di soclastica e scialba memoria,
mentre ad Oriente si addensano nuvole rinascimentali,
lo Scudiero del Gradale mi desta dal torpore delle fragole acerbe,
riportandomi nella dimensione temporale che ha imprigionato il mio corpo,
innalzando la materialità di passo nella immateriliatà permanente,
facendomi riflettere sul significato primevo dei due anni appena trascorsi,
che, nell'infinito e ridondante scandire delle lancete degli eoni,
mi invita a soffermarmi sul Tempo e sulle sue ambizioni di passaggio...
Cosa possono significare due miseri anni al cospetto di un tempo che non invecchia nella stessa direzione per cui venne concepito...?
Cosa può significare il trapasso e l'invecchiamneto di amori divenuti polvere e compagni lasciati lungo il sentiero dei ricordi al cospetto dell'eterno...?
Cosa può significare l'amore celato dietro due occhi conficcati nell'elsa di una spada capovolta nella sua crocifissione...?
Cosa può significare l'assenza di una mancata presenza nell'inconfutabile ottusità di futili scintille di pene e logorroiche chiacchiere di circostanza...?
Non ho una risposta a queste quesiti che divampavano nella mia mente martoriata dal Tempo, ma posso confessare di essere felice nel rivedere tra le righe di questa assurda pergamena lo Scudiero del Gradale ma infelice nell'avvertire l'assenza della desolazione che ha trapassato il mio cuore...
Taliesin, il Bardo
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"Io mi dico è stato meglio lasciarci, che non esserci mai incontrati." (Giugno '73 - Faber)
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