La cortesia, lady Altea, è un nobile quanto abusato concetto.
Che ha il dono della bellezza e della nobiltà, ma ahimè anche il difetto di essere facile da camuffare.
Io invece, magari con tutte le mancanze di cui voi mi accusate, ho proprio l'ingenuo pregio di apparire come sono, senza nascondermi dietro bei versi e luminose ma vuote parole in pubblico (naturalmente non faccio riferimento a nessuno, ma descrivo solo ciò che più detesto dell'animo umano).
Spero dunque che la nostra Camelot sappia accettarmi così come sono, certa che mai vedrà in me sentimento alcuno di falsità o ipocrisia.
Siate gentile dunque, milady Altea: non giudicate il mio essere o meno cortese, come io evito di giudicare il vostro.
Quanto al vostro proposito di non partecipare a questo gioco di indovinelli, ovviamente, siete liberissima di scegliere.
Chi ben mi conosce sa che scrivo sempre e solo per il mio diletto, senza cercare consensi o altro.
E per coloro che vorranno accompagnarsi con me in ciò che lascio su queste pagine ci sarà sempre la mia bonaria e schietta riconoscenza.
Né più, né meno
Citazione:
Originalmente inviato da Clio
Suvvia, Milady, non dite così vi prego.
Io ho interpretato come premio il fatto di essere citata nel racconto, non l'enigma in sé.
Quello è rivolto alle Dame e ai Cavalieri di Camelot, come sempre, come è detto esplicitamente all'ultima riga.
Non lasciatemi sola a giocare... 
|
Vi ringrazio per averlo precisato, lady Clio