Quando la materia reclamerà l’immaterialità alle sfumature sbiadite del tempo trapassato, tra antichi codici miniati persi nei polverosi scaffali di un monastero immerso nella quiete ombrosa di cipressi secolari e finali di romanzi d’appendice stravolti dalla fervida fantasia di fanciulli rimasti tali in età avanzata, forse, e solamente in quel preciso istante, potremmo veramente contemplare l’essenza di un Personaggio Inventato, astruso ed impalpabile, che la nostra mente ha proiettato nel corso degli eoni nelle particelle scorporate dei nostri atomi, rinchiuso nell’essenza stessa della nostra persona, il nostro personaggio più conosciuto e mai incontrato, l’estraneo più confidenziale che non ha mai seduto al nostro fianco, l’amante che ha giaciuto nel nostro letto in una sorta di amplesso virtuale di un amore mai incontrato, un profeta, un mago, un matto, un eterno fanciullo, un vecchio distratto, un Bardo immerso nei suoi libri, un Bardo dalle spalle chine…
Taliesin, il Bardo
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"Io mi dico è stato meglio lasciarci, che non esserci mai incontrati." (Giugno '73 - Faber)
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