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Vecchio 21-04-2015, 18.47.05   #25
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Ricordo quando, da piccolo, accompagnavo mio zio dal suo notaio.
Ricordo la grande villa col giardino fiorito, dove mi lasciavano giocare mentre loro due discutevano nel suo studio.
Le arcate ricoperte di rampicanti, i vialetti di ciottoli che serpeggiavano fino alla fontana fatta con pietre vulcaniche, dentro la quale nuotavano i pesci.
Il grande forno a legna in fondo al giardino e la cappellina della Madonnina appena subito dopo il cancelletto d'ingresso.
Certe volte, sapendo di dover andare là, mi portavo dietro qualche giocattolo e passavo così il tempo ad immaginare che il mio robot vagasse in una giungla tropicale, pronto a battersi contro mostri guerrieri sorti dagli inferi o giunti da qualche ostile pianeta alieno.
Altre volte invece, quando il tempo era inclemente o perchè nel giardino c'erano operai, mi davano il permesso di visitare la grande biblioteca del notaio, dove una smisurata quantità di libri traboccava da ogni dove.
Forse mai prima di quel posto avevo veduto così tanti libri tutti insieme.
Ed un giorno, gironzolando tra le librerie e le mensole piene di testi, attratto dalle copertine e dai disegni che vi figuravano sopra, mi si avvicinò il maggiordomo del notaio.
“Non è mica vietato toccare i libri.” Disse lui sorridendomi. “Ammesso che tu ci stia attento a non sciuparli.”
Io sorrisi.
“Ti interessa sfogliarne qualcuno?” Mi chiese.
“Non saprei.” Fece io.
“Che genere di libri ti piacciono?” Domandò. “I libri di favole forse?”
“I film della Disney” dissi io “non è che mi piacciano poi così tanto. Solo qualcuno.”
Lui rise.
“Guarda che le favole sono state scritte tanti anni fa, alcune persino secoli fa.” Divertito lui. “Non è che le ha inventate Walt Disney con i suoi film.”
Io mi imbarazzai, comprendendo di aver detto una sciocchezza.
“E sentiamo, perchè non tutte le favole della Disney incontrano il tuo favore?”
“Perchè” sbottai io, cercando di dire qualcosa che mi sembrasse se non intelligente almeno interessante “in quelle storie i cattivi non sempre muoiono e quando succede non tocca loro quasi mai giusta la sorte. Ma sono cartoni americani e loro ragionano così.”
“Non ti piacciono gli americani?” Ridendo lui. “Non sarai forse un comunista? Eh, se ti sentisse tuo zio!” Esclamò.
“Mi piacciono i film americani” risposi io “ma non i cartoni. Neanche quelli dei supereroi, a parte qualcuno come l'Uomo Ragno e Iron Man.”
“E come mai?” Fissandomi lui. “Piacciono a tutti i supereroi.”
“Perchè se la Terra fosse davvero in pericolo” preso dalla discussione io “non basterebbe un uomo in calzamaglia e cappuccio a difenderla. Contro flotte e robot alieni servono altri robot, come Goldrake, Mazinga, Gundam.”
“Ah, ecco.” Annuì lui. “A te piacciono i cartoni giapponesi, quelli violenti.”
“Non sono violenti, ma realistici.” Replicai io. “Fanno capire che i veri cattivi non si pentono mai e quindi vanno distrutti. Come accadde ad Hitler.”
“Si, capisco il punto di vista tuo e dei giapponesi.” Facendomi l'occhiolino lui. “E sia, dunque niente favole.”
“No, mi piacciono...” guardandolo io “... ma dipende dai momenti.”
“Giusto.” Dandomi un buffetto affettuoso lui. “Dunque, vediamo che libro potrebbe fare per te...” alzando gli occhi sulla libreria lui “... ecco, forse questo.” Prendendo un libro. “Io lo lessi tempo fa e poi l'ho riletto più volte. Credo sia uno dei libri più belli che siano mai stati scritti. Prendilo.” Dandomi il libro.
Io guardai la copertina e lessi il titolo.
“Il conte di Montecristo...” mormorai.
“Ti piace che i cattivi siano puniti, no?” Lui a me. “Bene, questa è la vendetta più famosa e più bella della letteratura. Leggilo e poi me lo riporterai.”
Io ringraziai e portai con me quel libro.
Inizialmente non avevo in verità voglia di leggerlo, ma mi sembrava terribilmente scortese non farlo.
Cercai allora di leggerlo fra le righe, tentando di capine il senso e magari farmi un'idea sulla storia.
Ma era troppo grande e pieno di avvenimenti quel libro.
Alla fine compresi che avrei dovuto leggerlo tutto.
Ma quando iniziai a farlo, beh, la storia mi prese a tal punto che io per primo restai sorpreso dal modo in cui quel libro mi teneva legato a sé.
Mi appariva come una storia ricca di avventure e colpi di scena, con un eroe pronto a vendicarsi, una donna ancora innamorata e tanti cattivi che morivo dalla voglia di vedere sconfitti.
Diverse settimane dopo tornai con mio zio dal notaio e mi recai dal maggiordomo per restituire il libro e ringraziarlo.
“E' bellissimo!” Esclamai io.
“Ne sono lieto.” Soddisfatto lui. “Ora non dimenticare mai le sensazioni e le emozioni che ti ha dato. Per questo si legge. Per far propria una storia. Molti leggono per passatempo, altri perchè vogliono sognare ciò che non potranno mai avere in vita. Altri ancora per imparare. Tu invece devi leggere per far tua una storia. Per viverla.”
Quelle parole mi colpirono.
“Sentiamo...” continuò lui “... se tu fossi il conte di Montecristo, cosa faresti rivivendo questa storia?”
“Se io fossi lui?” Meravigliato io.
“Si, esatto.”
“Beh...” prendendo un bel respiro io “... io di certo mi sarei vendicato come lui... e forse...”
“Forse?” Ripetè lui.
“Forse...” feci io “... forse non avrei lasciato andar via Mercedes... avrei voluto che lei mi aspettasse... che aspettasse il mio ritorno...”
“Quando sarai Montecristo allora saprai cosa fare.” Dandomi una carezza lui.
In quel momento mi zio uscì dallo studio del notaio e mi chiamò.
E per tutta la strada verso casa io non feci altro che pensare alle parole del maggiordomo.
“Bisogna sempre chiederci cosa vogliamo da una storia...” ripetevo fra me e me “... solo così, riuscendo ad ottenerlo, quella storia sarà veramente nostra e noi ne saremo i protagonisti...”

Non so perchè ma ho ripensato a quel lontano ricordo mentre mi accingevo ad immaginare le ultime cose del nuovo Gdr.
E la stessa domanda che mi fece quel giorno il maggiordomo, io adesso mi sto facendo, proprio riguardo questo nuovo Gdr.
La stessa domanda che dovrebbero farsi tutti coloro che vogliono viverlo davvero.
Qualunque sia la storia che narrerà e ovunque sarà il luogo di cui aprirà le porte...
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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