Era meravigliosa, leggera come l'aria eppure potente come una folgore.
Il ferro è ferro e la carne è carne, diceva il mio maestro, eppure Damasgrada sembrava non incontrare alcuna resistenza.
"Perché diavolo non mi hai ascoltato e non l'hai presa per il duello, Icarius.." pensai.
"Amica mia, sei un portento..." sussurrai alla spada.
Adoravo quelle sensazioni, quel furore che sentivo crescere dentro di me durante il combattimento.
Per un momento, non esisteva nient'altro.
Finì anche fin troppo in fretta, e guardai i cadaveri intorno a me, per poi alzare lo sguardo sugli uomini che non si erano uniti alla rissa.
"C'è qualcun'altro che vuole fare il gradasso?" allargando le braccia, con ancora Damasgrada impugnata.
E comunque ancora non si avevano notizie del duello, e più passavano i minuti, più saliva la mia ansia.
Il non sapere, e la consapevolezza di non poter far niente erano insopportabili.
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